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Proposte didattiche

La didattica aperta

Il tratto distintivo della didattica aperta risiede nella libertà di scelta dell’alunno e nel ruolo attivo e partecipativo che questo approccio gli insegna.

(H. Demo, 2015)

Gli alunni sono cambiati, le famiglie sono cambiate, la scuola però, nella maggior parte dei casi, è rimasta la stessa. Le conseguenze di ciò sono note a moltissimi insegnanti: classi di difficile gestione, rapporti con i genitori burrascosi, argomenti infiniti da trattare e sempre meno tempo per riuscire a farlo.

I metodi di insegnamento dovrebbero adeguarsi a quelli che sono i bambini d’oggi, è quindi impensabile che si possa continuare a proporre solo la lezione frontale (anche se utilissima in molti casi). Gli alunni desiderano, a pieno diritto, essere protagonisti attivi del loro processo di apprendimento e non dei semplici fruitori o ascoltatori.

La didattica aperta è stata una delle metodologie che ho introdotto nel mio lavoro per porre realmente i bambini al centro. Non mi dilungherò nello spiegare di cosa si tratta poiché questo post diverrebbe eccessivamente lungo, consiglio agli interessati la lettura di H. Demo (a cura di) (2015), Didattica delle differenze. Proposte metodologiche per una classe inclusiva, Trento: Erickson, vorrei presentare però come ho sfruttato in classe le potenzialità di questa didattica.

Come ho inserito questa metodologia nella pratica scolastica?

  1. La prima fase è stata di osservazione del gruppo classe. Una volta assicuratami un livello di autonomia di lavoro dei bambini tale da permettere loro di rielaborare da soli le conoscenze ho deciso di proporre la divisione a “zone”.
  2. Ho scelto cosa rendere “aperto”. Le opzioni erano: apertura organizzativa, metodologica, di contenuti o nella socializzazione. Ho scelto apertura metodologica. I bambini, dopo aver esplorato un tema comune, hanno potuto decidere liberamente come rielaborarlo scegliendo una zona di appartenenza (zona mappa, zona costruisco (minilapbook), zona scrivo, zona disegno).
  3. Ho deciso di lasciare loro la scelta di lavorare in gruppo, in coppia o singolarmente.

Maestra è bello lavorare così, perché facciamo i minibook e ognuno di noi può scegliere come fare lo schema. Non sono tutti uguali.

V., classe quarta.

I bambini si sono mostrati entusiasti e hanno continuato a chiedermi di poter lavorare con questa metodologia.

AlberoAlato

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